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Storia e Testimonianze

Ingresso della Grotta del Genovese a Levanzo

Foto e testi: ©Giorgio De Simone

La presenza dell’uomo sulle isole Egadi risale a tempi assai remoti. Le testimonianze storiche rinvenute nella grotta del Genovese, sull’isola di Levanzo, stanno a significare che le stesse venivano già abitate ancor prima del loro distacco dalla terra ferma.

Incisioni, graffiti e dipinti protostorici riproducenti animali (cervi, bovidi, equini, pesci), e figure umane risalenti a più di 5.000, 10.000, 15.000 anni fa, dimostrano che la presenza umana è stata costante e con culture diverse ed in trasformazione.

Particolarmente interessante risulta una visita, oltre che a Cala del Genovese, a Cala dei Porci e di Punta Cappero, Cala di Tramontana, Cala delle Pecore e di Punta Surci.

E’ probabile che una più attenta ricerca nelle numerosissime grotte di grande valore naturalistico e storico dell’arcipelago, possa fare emergere altri segnali di testimonianze remote che, qua e là, di tanto in tanto vengono segnalate. Più recentemente la storia ha visto le isole teatro di presenza dei fenici, cartaginesi e romani.

Museo della Tonnara Florio Favignana

Uno dei tanti rostri ritrovati nei fondali delle Isole

I fondali delle Egadi sono ricchi di preziosi reperti archeologici che fanno supporre siano state teatri di battaglie navali tra Romani e Cartaginesi nella Prima Guerra Punica. Famosi i rostri delle navi da battaglia rinvenute dalla Sovrintendenza del Mare a suo tempo diretta dal compianto Sebastiano Tusa ed oggi esposti presso il fantastico Museo della Tonnara.

Mothia, la culla degli insediamenti fenici, si trova a due passi, i mari e le coste circostanti sono luoghi di testimonianze puniche (Erice, Marsala e la stessa Mothia) e romane (battaglia nel mare delle Egadi nel 241 a.C., case romane a Marettimo).

Importante insediamento romano fu sicuramente Levanzo dove è stato ritrovato un impianto di salagione di epoca imperiale in contrada Cala Minnola. (Galleria foto sotto)

E’ probabile che il forte di Santa Caterina di Favignana sia stato edificato su precedente insediamento punico (torre di avvistamento in continuum con quelle siciliane in particolare la torre Colombaia di Trapani, ed il Castello di Troia a Marettimo).

Reperti, del resto, sono stati ritrovati a Favignana nelle necropoli di Cala San Nicola e stanziamenti di tipo punico in contrada Bosco. Significative testimonianze si trovano a Grotta del Pozzo (iscrizioni puniche), delle Navi, Grotta degli Archi (IV/V d.C.) e delle Stele, Grotte Ficara.

Il forte di Santa Caterina visto dal retro, meta di escursionisti

I forti di Santa Caterina, San Giacomo e di San Leonardo (nella cui area, oggi si trova Palazzo Florio) e lo stesso Castello di Punta Troia rientrano nella strategia normanna/sveva di fortificazione delle isole, successivamente ristrutturate nel XV – XVII secolo in pieno periodo aragonese/spagnolo, poi in età borbonica scaduti a luoghi di reclusioni.

Il superbo palazzo Florio oggi sede di rappresentanza del Comune

La storia di questa terra, del mare e delle sue popolazioni è rimasta sconvolta da battaglie, continue incursioni dei corsari e dei pirati, da vendite del territorio. I banchieri Pallavicini-Rusconi, si impossessarono dell’arcipelago a seguito di un debito contratto da Filippo IV di Spagna, i Florio lo acquistarono nel 1874 con i diritti di pesca e venduto successivamente nel 1937 ai Parodi di Genova.

Oggi queste isole hanno reinventato il proprio futuro puntando al turismo sostenibile.

Simbolo delle cavità ipogee di Favignana: la Grotta del Pozzo

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