Hiera, isola sacra, così la chiamarono i Greci. E davvero, ancora oggi, a Marettimo si avverte qualcosa di quella antica sacralità percorrendo le stradine silenziose del grazioso paese, scrutando i volti della gente isolana che dedica la propria vita al mare e che dal mare si attende la risposta per ogni sua domanda.
E’ la seconda isola delle Egadi per grandezza, dopo Favignana e prima di Levanzo, ma ha una montagna dolomitica e questa la rende unica ! Si approda con i mezzi pubblici allo Scalo Nuovo e subito si ha l’impressione di essere sovrastati dalla montagna, incombente e maestosa.
Ma è lo Scalo Vecchio, sul lato opposto, il vero porticciolo dei pescatori di Marettimo. Da qui, puntando lo sguardo verso Nord, si scorge Punta di Troia che con fierezza si protende verso il mare con il suo Castello costruito dagli Spagnoli nel XVII secolo.
Lasciando il paese, seguendo una mulattiera che risale il fianco della montagna, si giunge alle Case Romane dove si trovano i resti di una costruzione romana ed un piccolo tempio risalenti, probabilmente, ai primi secoli dell’era cristiana a testimoniare che Marettimo fu sede di un presidio romano.
Ritornando nella parte meridionale del paese si inizia la scoperta e l’esplorazione della montagna attraverso una strada che nel primo tratto costeggia il mare e poi comincia a salire verso Punta Spinone (m. 320). È d’obbligo una sosta per volgere lo sguardo verso il mare e godere dello splendore di Cala Marino. Si prosegue per sentieri verdeggianti e silenziosi immersi nella bellezza della vegetazione andando incontro ad un paesaggio che man mano diventa sempre più aspro e selvaggio, per arrivare infine, ridiscendendo, al Faro di Punta Libeccio.
Sarà difficile dimenticare la bellezza dei panorami, la suggestione dei luoghi!
Se, da un lato, le escursioni in montagna, possibilmente con la guida della gente del luogo dati i sentieri talvolta impervi e ripidi, consentono di conoscere e vivere l’isola in totale armonia con la natura, di scoprire le peculiarità della flora di Marettimo che presenta numerosissime specie di piante alcune delle quali assenti nel resto della Sicilia, dall’altro l’approccio con l’isola dal mare è di sconvolgente bellezza.
Partendo dal porto e navigando verso Nord, si osservino le coste alte e lo scoglio del Cammello posto vicino alla riva, quasi all’ingresso della Grotta del Cammello dove è possibile entrare con la barca e raggiungere la spiaggetta di ghiaia in fondo alla grotta.
Proseguendo per Punta Troia e superato il promontorio, un’altra sosta alla Grotta del Tuono, nella costa settentrionale dell’isola che termina con Punta Mugnone.
Da qui comincia il fantastico scenario della costa occidentale: rocce altissime, dolomitiche, a picco su un mare trasparente di un turchese profondo, splendide grotte, colori ora intensi ora sfumati specialmente al tramonto a seconda dei giochi di luce creati dai raggi solari contro le pareti rocciose e sulla superficie dell’acqua.
Cala Bianca dominata da Capo Bianco (m. 400), Grotta Perciata, Cala Bombarda e poco più a sud la grotta omonima, ed ancora la Grotta del Presepio all’interno della quale le rocce, erose dal mare e dal vento, hanno assunto forme assomiglianti a statue di stalattiti e stalagmiti che la fantasia popolare ha riferito a figure da presepe.
A Cala Spalmatore si apre una piccola spiaggia a ridosso dal vento grecale. Dopo Punta Libeccio comincia la parte meridionale dell’isola. Qui la costa sempre a mare diventa però verdeggiante e procede fra piccole cale e sporgenze fino all’estremità di Punta Bassana.
Ora si risale verso il porto, con gli occhi colmi di bellezza e di stupore, con l’animo sereno e, Marettimo, solitaria e selvaggia, piccola isola sacra si è, inevitabilmente, insediata nella mente e nel cuore.